Archeologia del Salento: l’entroterra

Basta individuare il Salento su una qualsiasi mappa per osservarne la centralità geografica all’ interno del Mare Mediterraneo, universalmente riconosciuto come la culla di tutta la civiltà Occidentale; osservando la posizione della penisola salentina si coglie immediatamente come questa sia stata, nel corso dei secoli, un passaggio quasi obbligato per il movimento da est ad ovest che ha caratterizzato la storia dei popoli antichi già nelle fasi precedenti alle epoche greca e romana. Partendo da questa considerazione è facile capire come il territorio salentino sia stato nel corso dei tempi prima un approdo e poi una casa per numerosi popoli nel corso della loro avventura storica, ma cosa hanno lasciato i nostri avventurosi predecessori a testimonianza della loro vita e della lotta per la conquista della propria identità? C’ è ancora tanto da vedere e per comodità e facilità di lettura ve lo racconteremo in due post diversi su questo blog: questo, dedicato all’ archeologia salentina dell’ entroterra ed il prossimo che sarà dedicato all’ archeologia della costa salentina.

Il primo appuntamento è su quella che viene definita geograficamente la “soglia messapica”, ovvero  la splendida cittadina di Ostuni, considerata il limite a Nord della penisola salentina. Il locale Museo di Civiltà Preclassiche ospita i resti di Delia, anche detta “la Donna di Ostuni”, una ominide i cui resti furono scoperti nell'ottobre del 1991 dal paletnologo Donato Coppola, in una grotta presso il locale parco archeologico. I resti risalgono a circa 24.000 anni fa, ma l 'importanza di Delia è data dal fatto che insieme ad essa, o meglio nel suo grembo, sono stati rinvenuti anche i resti di un feto in fase terminale, e quindi Delia risulta ancora oggi la più antica madre di cui la storia ha conoscenza diretta.

Il viaggio continua ancora “al femminile” con le Veneri di Parabita, due statuette di epoca preistorica, rinvenute nel 1965 dal team del prof. Giuseppe Piscopo presso la locale Grotta delle Veneri, che rappresentano due donne in gravidanza che si abbracciano il ventre: questo tipo di opere d'arte vengono chiamate veneri paleolitiche. Le statuette sono scolpite in osso di cavallo e hanno un'età di 12.000-14.000 anni. Sono conservate presso il MARTA (Museo Archeologico Nazionale di Taranto).

Risalendo il filo della storia salentina è necessario affrontare il periodo messapico. I Messapi furono una popolazione che nell’ epoca classica occupò buona parte della penisola salentina dal loro arrivo, datato intorno al 700 a.C. fino alla conquista romana di tutto il territorio salentino che avvenne intorno al 260 a.C. La loro origine è incerta, ma le ipotesi più plausibili li considerano un’ unione tra il popolo degli illiri e quello cretese, incontratisi sul territorio salentino nel corso delle loro esplorazioni verso l’ Ovest. A proposito dei Messapi, se si vuole conoscere di più della loro storia, è indispensabile una passeggiata presso il “Parco dei Guerrieri”, sito riportato alla luce nel 1981 dopo i lavori a cura dell’Università del Salento, in collaborazione con l’Ecole Francaise di Roma. Il parco oggi si presenta come un area archeologica all'aperto di circa 20 ettari, distribuita su un'area ancora più estesa che va dall'abitato di Vaste fino alle Serre di Poggiardo, delle alture naturali su cui nacquero i primi insediamenti dei Messapi in Salento. I recenti scavi hanno riportato alla luce i resti di quella che doveva essere una delle città più importanti della Messapia; si è recuperato il percorso delle antiche mura, le fondamenta della città e quindi delle capanne che ivi sorgevano e di cui si può osservare una fedele riproduzione proprio presso il Parco. Sono anche state riportate alla luce innumerevoli tombe ancora intatte, con tutto il corredo funerario ed i resti di un tempio pagano.

I Romani arrivano nel 260 a.C. come abbiamo visto, ed a fiorire questa volta è la città di Lecce, con il nome latino di Lupiae, passando da semplice stazione militare a vero e proprio “municipium” conoscendo un periodo di assoluto splendore che coincide con quello dell 'Imperatore Marco Aurelio, periodo in cui venne arricchita con la costruzione di un teatro e di un anfiteatro e collegata al Porto Adriano (oggi San Cataldo).

Nel Medioevo il centro nevralgico del territorio salentino si sposta ad Otranto, che rimane tale fino alla breve conquista ottomana avvenuta nel 1480 e subito finita l’ anno seguente. Nonostante la brevità dell’ occupazione turca, l’ evento rimane centrale nell’ identità della cittadina idruntina, a dimostrarlo restano le impressionanti reliquie dei Martiri Otrantini, che si possono ancora oggi vedere presso la locale Basilica dell’ Annunziata.


Il mercato immobiliare durante e dopo la pandemia

La pandemia causata dal COVID 19 ha già cambiato le nostre vite in modo inimmaginabile fino ad un anno fa e nonostante gli sforzi collettivi per implementare al più presto la vaccinazione di massa, la malattia è ancora con noi e non sappiamo quanto a lungo e come i suoi strascichi continueranno ad influenzare la nostra società. Analizzare l’ impatto di questo evento di portata storica all’ interno dell’ universo dei mercati ed in particolare di quello immobiliare non è ovviamente un esercizio semplice, ma essendo passato già quasi un anno dalle prime tragiche morti in Europa e dalle prime misure contenitive prese dai governi, iniziamo ad avere dei dati abbastanza consistenti per sviluppare delle analisi credibili, concentrandoci soprattutto sul mercato immobiliare residenziale.
Per la stesura di queste previsioni abbiamo usato i dati di Istat, Nomisma, Scenari Immobiliari, MerctaoImmobiliare.info e Corriere della Sera.

La tendenza generale del mercato

La frenata ovviamente c’ è stata, ma meno drammatica di quanto previsto, si nota infatti una diminuzione generale del prezzo delle case, ma una diminuzione limitata, con il mercato del nuovo in controtendenza come evidenzia l’ indice Ipab (Indice prezzo abitazioni) dell’ Istat, che segnala aumenti dei listini per i primi tre trimestri dell’ anno. Analizzando invece il numero delle transazioni, emerge nel 2020 un calo del 14% rispetto all’ anno precedente, un numero sensibile ma non drammatico, se si considerano i due mesi di lockdown in cui non si potevano né visitare le abitazioni né ovviamente concludere le transazioni, basti pensare che nel 2012, considerato un anno tragico per il mercato del mattone, ma senza la tragedia della pandemia, la riduzione fu del 24%. Secondo i centri studi Nomisma e Scenari Immobiliari, dopo una lenta ripresa durante l’ estate del 2020, per via dell’ arrivo della seconda ondata di contagi anche nel 2021 questa lieve flessione continuerà e potremo parlare di una vera e propria ripresa solo nel 2022 e 2023, ma questo scenario positivo è legato a doppio filo alla speranza di un rimbalzo del quadro economico generale ed alla buona riuscita del piano vaccinazioni nazionale.

Effetto smart working

Come fa notare il Corriere della Sera in un’ analisi del suo inserto economico del Gennaio 2021, il vero game changer del mercato immobiliare residenziale potrebbe essere il cosiddetto smart working: il lavoro da casa è una novità per l’ Italia e presenta notevoli vantaggi sicuramente per i lavoratori, ma anche per le imprese che potrebbero abbattere i loro costi di gestione, è facile prevedere dunque che accanto a molti lavoratori che torneranno “in presenza” una volta che la pandemia sarà alle spalle, ce ne saranno altri per cui non si tornerà più indietro e che continueranno a lavorare dalla propria abitazione, avvantaggiati anche dall’ imminente arrivo in Italia delle connessioni 5G. Cosa significa tutto questo per il mercato immobiliare? In primis un progressivo spostamento dalla città alla periferia, dai grandi centri urbani alle località situate nell’ entroterra o nelle località turistiche, molte seconde case diventeranno abitazioni principali. Da qui derivano anche le previsioni che vedono il mercato immobiliare delle grandi città italiane ancora in difficoltà, fatta eccezione per Milano, città dal mercato generalmente più dinamico e che nel 2024 ospiterà le Olimpiadi Invernali. Sempre per effetto dello smart working crescerà la domanda di abitazioni ampie e confortevoli, con spazi da adibire esclusivamente al lavoro da casa e con una forte richiesta di abitazioni dotate di spazi esterni. Un buon esempio di questa tendenza sono i dati che MercatoImmobiliare.info fornisce sul suo sito a proposito della situazione immobiliare nella provincia di Lecce, in quanto in Salento il numero di transazioni ed il valore degli immobili segue in linea di massima i valori del resto del territorio nazionale, ma ponendo la lente d’ ingrandimento sulla dinamica dei prezzi e sulle quotazioni immobiliari divise per tipologia di abitazione, emerge chiaramente che la tipologia che ha registrato il maggior apprezzamento percentuale è costituita da casali e masserie, le cui quotazioni mostrano un incremento di circa il 5% negli ultimi 3 mesi, seguite a ruota da villette ed abitazioni indipendenti, in crescita ma con incrementi minori. Un aumento di tale portata raggiunto durante un periodo di pandemia sta a significare che le celebri masserie pugliesi, ormai da tempo protagoniste anche nei rotocalchi mondani e nelle guide al lusso ed al benessere, non sono viste più solo come fiabesche location cerimoniali o lussuose mete turistiche, ma come veri e propri asset patrimoniali su cui costruire il futuro della propria famiglia.

Occhio all’ Ecobonus

Mentre le nuove abitazioni verranno pensate per venire incontro a questa nuova esigenza degli acquirenti di avere delle abitazioni che siano anche confortevoli ambienti di lavoro, è prevedibile scommettere anche un forte aumento d’ interesse per tutti gli immobili usati, vecchi o al momento in disuso, per cui sono programmati lavori e ristrutturazioni agevolati dal bonus al 110% (argomento che tratteremo presto in maniera più approfondita, con un articolo dedicato su questo blog).