I tesori spontanei del Salento: piante e fiori tra tradizione, usi antichi e sapori dimenticati

Il paesaggio del Salento, soprattutto nelle campagne e lungo i muretti a secco, custodisce un patrimonio vegetale ricchissimo di piante e fiori spontanei che da secoli fanno parte della vita quotidiana delle comunità locali. Alcune vengono ancora oggi utilizzate in cucina, nella medicina popolare, nella produzione di liquori, come fibra tessile o per tingere i tessuti. Scopriamo insieme alcune delle piante spontanee più significative del territorio salentino e gli usi tradizionali che ne sono stati tramandati, spesso da generazioni.

Il Salento, in particolare la provincia di Lecce, vanta un'elevata biodiversità vegetale, tra le più importanti d'Italia. La regione è ricca di specie tipiche della macchia mediterranea, che includono ulivi, lecci, mirto, e molte altre varietà arboree e arbustive. Questa diversità vegetale è un valore fondamentale per l'ecosistema locale e contribuisce alla ricchezza del paesaggio salentino. 

Piante officinali: la farmacia verde del passato

Malva (Malva sylvestris)
Con i suoi fiori lilla e le foglie morbide, la malva è una delle piante più versatili. In Salento viene raccolta soprattutto in primavera. Era usata per impacchi emollienti, infusi lenitivi per la tosse e problemi intestinali.
Dove trovarla: nei campi incolti attorno a Serrano, Carpignano Salentino e lungo i sentieri rurali tra gli uliveti.

Finocchietto selvatico (Foeniculum vulgare)
Cresce spontaneamente nei campi e lungo le strade. I semi e le foglie venivano (e vengono ancora) usati per favorire la digestione.
Dove trovarlo: abbondante lungo le strade sterrate vicino a Specchia, tra le campagne di Giuggianello e lungo i tratturi della Valle dell’Idro a Otranto.

Calendula (Calendula officinalis)

Dai petali arancio brillante e profumati, la calendula è una pianta medicinale amata da erboristi e contadine. Usata in unguenti per la pelle, contro irritazioni, scottature e punture d’insetti, era anche aggiunta a decotti antinfiammatori.
Dove trovarla: cresce spontaneamente nei campi assolati, nei bordi delle strade e negli orti, soprattutto nelle zone attorno a Spongano, Cannole e nelle campagne di Neviano.

Curiosità: alcune donne salentine preparavano “l’olio di calendula” mettendo i fiori freschi in infusione nell’olio d’oliva al sole per nove giorni — rimedio casalingo per neonati, scottature e screpolature.

Piante commestibili: la cucina povera ma ricca di sapori

Cicoria selvatica (Cichorium intybus)
La regina indiscussa della cucina povera salentina. Viene lessata e poi ripassata in padella o accompagnata dalla "fave nette".
Dove trovarla: nei terreni coltivati a rotazione o abbandonati, ad esempio tra Corigliano d’Otranto e Galugnano.

Asparagi selvatici (Asparagus acutifolius)
Spuntano a marzo tra i cespugli spinosi. Perfetti per frittate o risotti.
Dove cercarli: tra i boschi di Montesardo e nel Parco Naturale Regionale Costa Otranto-Santa Maria di Leuca.

Kritimi (Crithmum maritimum) – Il finocchio del mare
Tra le rocce assolate delle scogliere salentine cresce questa pianta succulenta dal profumo marino. Le sue foglie carnose si raccolgono in estate e si conservano sott’aceto o sott’olio.
Dove trovarli: lungo le coste rocciose tra Porto Badisco, Castro, Torre Vado e San Gregorio.
Anecdoto: In alcune famiglie del Capo di Leuca, i kritimi erano parte delle conserve natalizie; i pescatori li usavano in barca per prevenire lo scorbuto.

Cappero (Capparis spinosa): il tesoro tra i muri

Con i suoi fiori vistosi e le foglie tondeggianti, il cappero cresce con caparbietà tra i muretti a secco, le crepe dei vecchi edifici e le rocce esposte al sole. I suoi boccioli (i veri "capperi") e i frutti (chiamati cucunci) vengono raccolti in primavera ed estate, poi conservati sotto sale o in aceto. Il loro sapore deciso li rende ingredienti preziosi nella cucina mediterranea, perfetti in insalate, su bruschette, nelle salse per pesce o nei piatti di carne alla pizzaiola.

Dove trovarlo: abbondante tra i muretti delle campagne di Minervino di Lecce, tra le case in pietra di Giurdignano, nei ruderi della zona archeologica di Vaste, e persino tra le falesie a picco sul mare tra Santa Cesarea Terme e Castro.

Curiosità: in molte famiglie contadine del Salento, il rito della raccolta dei capperi all’alba era affidato ai più giovani, per via della delicatezza necessaria nel cogliere i boccioli prima che si aprissero. Le mani si ungevan di resina, ma il profumo che si sprigionava nelle cucine quando si mettevano sotto sale era segno d’estate imminente.

Piante da liquori: gli aromi del territorio

Mirto (Myrtus communis)
Tipico della macchia mediterranea salentina, le sue bacche profumate sono usate per produrre liquori casalinghi.
Dove trovarlo: nella macchia tra Santa Cesarea Terme e Porto Selvaggio, ma anche vicino a Torre dell’Orso.

 

Ruta (Ruta graveolens)
Pianta fortemente aromatica, veniva aggiunta a grappe e digestivi, ma con molta moderazione.
Dove cresce: nei giardini rustici e negli orti tra Cutrofiano e Soleto.

Piante da fibra: i fili nascosti della natura

Ginestra (Spartium junceum)
Dai suoi steli si otteneva una fibra resistente, usata per corde e tessuti.
Dove trovarla: nelle zone aride tra Tricase, Maglie e lungo le vecchie strade ferroviarie rurali.

Piante tintorie: i colori della terra

Reseda (Reseda luteola)
Usata per tingere in giallo brillante.
Dove cresce: nelle aree calcaree tra Alessano e Tiggiano, oppure nei pressi delle cave di Melpignano.

Papavero (Papaver rhoeas)
I petali erano utilizzati sia per tingere che per decotti calmanti.
Dove abbonda: nei campi di grano tra Scorrano e Taviano, splendidi tra aprile e maggio.

 

Una ricchezza da custodire
Oggi, molte di queste piante rischiano di essere dimenticate, schiacciate da modelli di consumo moderni e da una natura sempre più trasformata. Ma nel Salento c’è una crescente attenzione per il recupero delle tradizioni legate alla terra: nascono orti sinergici, escursioni botaniche, laboratori di fitopreparazione e gastronomia rurale.

Esperienze consigliate:

  • Il Giardino Botanico La Cutura a Giuggianello, per esplorare la flora autoctona.
  • Le escursioni lungo la Via dei Pellegrini tra Tricase e Santa Maria di Leuca, guidate da esperti in etnobotanica.
  • I mercatini di Melpignano, Calimera e Corsano, dove si trovano conserve e prodotti a base di erbe spontanee.

Vuoi riscoprire il Salento autentico?
Camminare tra i campi in primavera, annusare il profumo del finocchietto, raccogliere i kritimi tra gli scogli o ammirare il giglio di mare sulle dune è un modo per entrare in sintonia con il ritmo lento e profondo di questa terra.