L’enigma degli Anelli di Arneo: dove si nasconde l’Atlantide salentina

Nel cuore del Salento, tra gli uliveti e le campagne di Nardò, si cela uno dei luoghi più enigmatici e affascinanti della Puglia: i cosiddetti Anelli di Arneo. Un vasto complesso di strutture concentriche, visibili principalmente dall’alto, che hanno suscitato l’interesse di archeologi, geologi e appassionati di storia del territorio.
La loro forma perfetta, quasi geometrica, ricorda l’antica descrizione di Atlantide, la mitica città a cerchi di terra e acqua narrata da Platone. Da qui il soprannome che li accompagna ormai da anni: l’Atlantide salentina.

Una scoperta nata da un’intuizione

La segnalazione ufficiale del sito si deve a Oreste Caroppo, studioso e ambientalista salentino, che nel 2012, osservando fotografie aeree del Geoportale Nazionale, notò la presenza di grandi cerchi nel terreno tra Masseria Santa Chiara e Masseria Maramonti, nel feudo di Nardò, a pochi chilometri da Torre Lapillo.
Affascinato da quelle forme, Caroppo decise nel 2019 di effettuare un sopralluogo. Fu proprio allora che individuò frammenti ceramici, ossa e un’ansa di vasellame a rocchetto forato, tutti elementi che indicavano una frequentazione umana antichissima, databile tra l’Età del Bronzo e l’Età del Ferro.

Il terreno, di un tipico colore nero — come in molti siti protostorici del Salento — e la disposizione concentrica delle strutture, spinsero Caroppo a ipotizzare che si trattasse di un villaggio o insediamento arcaico, forse fortificato, utilizzato per secoli e poi scomparso nel tempo.

Un paesaggio di cerchi e memorie

Gli anelli si estendono su oltre due chilometri quadrati e, in alcuni casi, superano i 100 metri di diametro. Sono formati da terrapieni e, probabilmente, da fossati concentrici che delimitavano aree interne, oggi visibili attraverso differenze cromatiche nel terreno.
La loro organizzazione così regolare, insieme alla presenza di tracce viarie e del passaggio dell’antica Via Traiana Salentina, suggerisce che l’area fosse un punto nodale nelle reti di comunicazione e di scambio tra la costa e l’entroterra.

Un abitante del luogo, incontrato da Caroppo durante il sopralluogo, confermò che quella strada sterrata che costeggia gli anelli è ancora oggi conosciuta come “la romana via Traiana”, un tratto dell’antica arteria che collegava Nardò ad Avetrana, passando proprio per la contrada Arneo.

Un paesaggio tra storia e mito

L’ipotesi più affascinante è che gli Anelli di Arneo possano coincidere con l’antica città messapica di Graxa (ΓΡΑΧΑ), indicata nella celebre Mappa di Soleto del VI-V secolo a.C., una delle più antiche rappresentazioni del Salento.
Se così fosse, il sito di Arneo sarebbe uno dei pochi punti dove archeologia, toponomastica e geografia antica si incontrano, testimoniando la continuità tra i centri costieri — come Scalo di Furno e Li Schiavoni — e l’entroterra salentino.

Proprio a Scalo di Furno, a soli 3,5 km dal sito, gli scavi degli anni ’60 portarono alla luce ceramiche micenee, statuette votive, resti di sacrifici animali e un frammento con il nome messapico “Thana”, identificato come la dea Diana o Atena.
La vicinanza tra questi siti rafforza l’idea che Arneo fosse parte di un sistema di insediamenti protostorici con funzioni difensive, rituali e commerciali, disposti lungo la costa ionica.

Atlantide salentina: una visione simbolica

Il paragone con Atlantide non è solo suggestivo, ma anche simbolico. Platone descrive la città perduta come un luogo di armonia, costruito su cerchi concentrici di terra e acqua, con un centro sacro dedicato a Poseidone.
Gli Anelli di Arneo, pur senza canali d’acqua, mostrano una pianificazione geometrica e simbolica simile: una disposizione circolare che poteva rappresentare il cosmo, la comunità o il potere. Alcuni studiosi ipotizzano che le diverse fasce potessero distinguere aree residenziali, spazi cerimoniali e zone produttive.

Come scrive Caroppo nella sua relazione: “Avevamo allora a nutrimento della nostra fantasia una arcaica Atlantide salentina lì nascosta in un vastissimo seminativo?”
Un’immagine potente che sintetizza il mistero e il fascino di questo luogo.

Un patrimonio minacciato

Nonostante il valore storico e paesaggistico, l’area degli Anelli di Arneo è oggi minacciata da progetti di impianti fotovoltaici industriali che coprirebbero circa 100 ettari di terreno.
La realizzazione di pannelli e infrastrutture accessorie rischierebbe di compromettere irreversibilmente le tracce archeologiche presenti nel sottosuolo, vanificando anni di studi e ricerche.

L’appello di Caroppo e di numerosi studiosi è chiaro: proteggere e valorizzare l’area come sito archeologico di interesse scientifico, inserendola in percorsi di tutela condivisi con le comunità locali.
Un gesto di civiltà e memoria, che unirebbe la ricerca storica alla sostenibilità ambientale vera, lontana da logiche speculative.

Un laboratorio di storia e paesaggio

Gli Anelli di Arneo non sono solo resti di un passato remoto: sono una finestra sulla relazione antica tra uomo e ambiente, sull’organizzazione territoriale delle comunità protostoriche e sulla continuità culturale del Salento.
Rappresentano un laboratorio vivente dove la scienza si intreccia al mito, la terra racconta le sue stratificazioni e il cielo riflette la geometria dei cerchi perduti.

Preservarli significa difendere un patrimonio unico, testimonianza della capacità umana di modellare lo spazio secondo logiche funzionali e simboliche.
L’“Atlantide salentina” non è scomparsa: attende soltanto di essere riconosciuta, studiata e restituita alla sua storia.


Le Aree Marine Protette del Salento e il Rapporto con l'Architettura e l'Edilizia: Un Equilibrio Fragile tra Conservazione e Sviluppo

Il Salento, con le sue coste incantevoli bagnate dal Mar Ionio e dal Mar Adriatico, è da sempre un territorio che affascina per la sua bellezza naturale e il suo patrimonio storico. In quest'angolo di Puglia, le aree marine protette (AMP) svolgono un ruolo fondamentale nella salvaguardia degli ecosistemi marini e costieri, ma al contempo pongono sfide delicate per l'architettura e l'edilizia, che devono confrontarsi con la necessità di proteggere l'ambiente e rispondere alla crescente domanda di sviluppo sostenibile. Questo articolo esplora come le aree marine protette del Salento interagiscono con la pianificazione urbanistica e l'architettura, con un focus sulle soluzioni possibili per preservare l'integrità del territorio senza compromettere il dinamismo economico e turistico della regione.

Cos'è un'Area Marina Protetta?

Un'area marina protetta (AMP) è una zona specifica del mare e delle sue coste che viene sottoposta a misure di protezione speciale per tutelare gli habitat naturali, la biodiversità marina e le specie in pericolo. Le AMP sono gestite attraverso specifiche normative, che possono includere restrizioni sulle attività umane come la pesca, la navigazione e la costruzione, con l’obiettivo di ridurre l’impatto umano sull’ambiente marino e costiero. In Italia, il sistema delle AMP è uno strumento essenziale per la protezione del patrimonio naturale marino, e il Salento ospita alcune delle aree marine più rilevanti del Mediterraneo, che attirano milioni di visitatori ogni anno.

Le Aree Marine Protette del Salento

Il Salento, con la sua ricca biodiversità e i suoi scenari mozzafiato, è costellato di aree marine protette che, oltre a essere luoghi di eccezionale valore ecologico, svolgono un ruolo centrale nel panorama turistico della regione.

  1. Area Marina Protetta di Porto Selvaggio

Questa AMP è uno degli esempi più significativi della bellezza e dell’importanza ecologica del Salento. Situata nella zona di Nardò, a pochi passi dal parco naturale di Porto Selvaggio, questa area protegge un tratto di costa ricco di macchia mediterranea, grotte marine e acque cristalline. La zona ospita una grande varietà di specie marine, tra cui pesci, molluschi e, occasionalmente, delfini.

L’architettura che si sviluppa nei dintorni di Porto Selvaggio è estremamente rispettosa dell’ambiente. Le costruzioni moderne si inseriscono in modo armonico nel paesaggio, utilizzando materiali naturali come la pietra leccese e privilegiando soluzioni architettoniche che minimizzano l’impatto visivo e ambientale. Gli edifici sono progettati per integrarsi con il paesaggio circostante, sfruttando la luminosità naturale e l’efficienza energetica per ridurre l’uso di risorse non rinnovabili.

  1. Area Marina Protetta di Santa Maria di Leuca – Capo di Leuca

Santa Maria di Leuca, situata all'estremo sud della penisola salentina, rappresenta un altro luogo di grande interesse per le AMP della regione. Qui il mare si incontra con la storia, le tradizioni e la cultura locale. L'area protetta include una vasta gamma di habitat marini, dalle scogliere alle praterie di posidonia oceanica, che sono fondamentali per la conservazione della biodiversità.

Le normative urbanistiche di Santa Maria di Leuca sono particolarmente rigide e limitano fortemente la possibilità di nuove costruzioni lungo la costa. Ciò garantisce che lo sviluppo edilizio sia indirizzato in modo responsabile, evitando la costruzione di edifici invasivi o che danneggiano la vista panoramica. In questo senso, il concetto di "architettura di paesaggio" è alla base della pianificazione urbanistica, con un focus sul recupero di vecchie strutture rurali e sulla promozione di un turismo che rispetti l'ambiente.

  1. Area Marina Protetta di Torre Guaceto

Situata tra Brindisi e Ostuni, Torre Guaceto è una delle riserve naturali più importanti della Puglia. Caratterizzata da lagune salmastre, dune sabbiose e acque cristalline, quest'area è il rifugio di numerose specie di uccelli migratori e di fauna marina. La presenza di praterie di posidonia, tra le più estese del Mediterraneo, è fondamentale per la protezione delle coste e la conservazione della biodiversità marina.

A Torre Guaceto, la gestione del territorio ha posto l'accento sulla valorizzazione delle tradizioni locali e sul recupero dell'architettura rurale. Le costruzioni, in gran parte recuperate da antiche masserie e trulli, sono integrate nel paesaggio circostante, con un'attenzione particolare all'uso di materiali ecocompatibili e tecniche edilizie che limitano l’impatto ambientale. Il recupero di edifici storici contribuisce a mantenere il legame con la tradizione locale, mentre il rispetto per l’ambiente promuove la sostenibilità.

Altri Parchi e Aree Naturali del Salento

Oltre alle AMP già menzionate, il Salento vanta altre aree protette che sono cruciali per la conservazione della biodiversità locale e per il mantenimento di paesaggi costieri incontaminati. Questi parchi, pur non essendo necessariamente zone marine protette, contribuiscono anch’essi alla difesa dell'ambiente e pongono vincoli sull'edilizia per evitare danni all'ecosistema naturale.

  1. Parco Naturale Regionale di Rauccio

Il Parco Naturale di Rauccio, situato nell'entroterra salentino, è un’area di particolare importanza ecologica. Sebbene non sia una zona marina, il parco protegge numerosi habitat naturali, come le zone umide e le praterie di macchia mediterranea. La gestione del parco si concentra sulla protezione della fauna e flora autoctona, ma le aree circostanti sono anche soggette a restrizioni edilizie per garantire che lo sviluppo urbano non comprometta l’integrità dell'ecosistema.

  1. Oasi WWF Le Cesine

Le Cesine è una delle oasi naturali più suggestive del Salento, un’area umida che ospita una ricca varietà di fauna selvatica. L’oasi è particolarmente importante per la protezione degli uccelli migratori e delle specie in via di estinzione. L’area è stata preservata da uno sviluppo edilizio invasivo, e la pianificazione territoriale delle aree limitrofe prevede la tutela del paesaggio naturale e la promozione di un turismo eco-sostenibile.

  1. Parco Litorale di Ugento

Il Parco Litorale di Ugento è una riserva naturale che si estende lungo la costa ionica salentina e comprende un’importante area marittima e costiera. Caratterizzato da dune sabbiose, pinete e scogliere, questo parco è fondamentale per la conservazione degli habitat naturali e per la protezione delle specie marine e terrestri. Anche qui le normative urbanistiche mirano a limitare l’edificazione, favorendo interventi di riqualificazione di strutture esistenti e di sviluppo sostenibile del turismo.

  1. Parco di Punta Pizzo

Punta Pizzo è un’area protetta che si affaccia sul mare Ionio, nota per la sua bellezza naturale e per le sue acque cristalline. La zona è ideale per la protezione delle dune e delle praterie di posidonia, ed è una meta molto apprezzata per attività ecoturistiche come il birdwatching. Il parco è stato istituito per preservare l’integrità dell’ambiente marino e costiero, limitando la costruzione di nuovi edifici e favorendo l'adozione di soluzioni architettoniche che siano in armonia con l’ambiente naturale circostante.

  1. Parco Palude del Capitano

La Palude del Capitano è una zona umida di importanza ecologica, che rappresenta un habitat prezioso per molte specie di uccelli migratori e per la vegetazione tipica delle paludi salentine. In quest'area, l'urbanizzazione è rigorosamente controllata per proteggere l'ecosistema e per prevenire danni irreversibili alle risorse naturali. Il parco, pur non essendo una zona marina, è fondamentale per la gestione delle risorse idriche e la conservazione del paesaggio.

L'Architettura e l'Edilizia nel Contesto delle Aree Marine Protette

Le aree marine protette del Salento pongono un forte accento sulla sostenibilità e sulla gestione responsabile delle risorse naturali. Tuttavia, il rapporto tra le AMP e l'architettura non è privo di tensioni, in quanto l’espansione edilizia e la crescente domanda di strutture turistiche mettono sotto pressione le normative di protezione ambientale. Per bilanciare la necessità di sviluppo con la tutela della natura, è essenziale adottare un modello di edilizia sostenibile che rispetti le specificità del paesaggio costiero.

  1. Turismo Sostenibile e Nuove Soluzioni Architettoniche

Il turismo sostenibile è uno degli strumenti principali per garantire la protezione delle aree marine protette. Le strutture turistiche devono integrarsi armoniosamente con l’ambiente, evitando la costruzione di edifici invasivi che possano alterare il paesaggio. A tal proposito, l’architettura ecocompatibile gioca un ruolo chiave. Le costruzioni che sorgono in prossimità delle AMP devono rispondere a criteri di basso impatto ambientale, come l’uso di materiali naturali e il ricorso a energie rinnovabili.

Un esempio significativo è quello degli eco-resort che stanno emergendo nel Salento, progettati per essere autosufficienti dal punto di vista energetico e per ridurre al minimo l’utilizzo di risorse naturali. Queste strutture non solo offrono un'esperienza turistica rispettosa dell’ambiente, ma anche un modello di sviluppo che può essere replicato in altre zone marine protette.

  1. Riqualificazione e Recupero dell’Edilizia Esistente

La riqualificazione dell’edilizia esistente, piuttosto che la costruzione di nuove strutture, è una delle soluzioni più efficaci per ridurre l’impatto sull’ambiente. In molte aree marine protette del Salento, il recupero di edifici storici, come trulli, masserie e palazzine abbandonate, è stato incentivato come parte di un programma di valorizzazione del patrimonio. Questo approccio non solo preserva la memoria storica del territorio, ma permette anche di inserire nuove strutture turistiche in contesti già edificate, evitando la speculazione edilizia su terreni ancora vergini.

Esempio: Le masserie e i trulli restaurati di Torre Guaceto sono un esempio perfetto di come il recupero dell'edilizia tradizionale possa contribuire a un turismo ecocompatibile e rispettoso dell'ambiente. Queste strutture, che mantengono intatte le caratteristiche originali, sono state adattate per ospitare visitatori in modo sostenibile, con l'adozione di tecnologie verdi per il risparmio energetico e il trattamento delle acque.

Conclusioni

Le aree marine protette del Salento sono un patrimonio prezioso che merita di essere preservato per le generazioni future. Il rapporto tra la tutela ambientale e lo sviluppo edilizio è complesso, ma può essere gestito con soluzioni innovative e sostenibili che promuovano un equilibrio tra conservazione e progresso. Le AMP, insieme ad altri parchi e riserve naturali della regione, offrono un'opportunità unica per sviluppare un turismo che rispetti l'ambiente, promuovendo al contempo la crescita economica e la valorizzazione delle risorse naturali.